Vivere, lavorare e comunicare in un mondo sempre più connesso: come si stanno integrando uomini e macchine, mondo fisico e mondo digitale?
Grazie alla Customer Insight Data Intelligence, analizziamo costantemente i trend predittivi che condizionano i mercati e gli insight dei tuoi consumatori.
Con il termine “Phygital” (dall’unione di “physic” e “digital”), si intende l’integrazione uomo-macchina negli ambienti fisici ed elettronici. Tramite l’Internet of Things, infatti, gli oggetti di arredamento possono comunicare tra loro o con gli esseri umani in modo virtuale e “prendere vita”. Al loro interno possono essere presenti sensori e rilevatori, in modo da accendersi, spegnersi o autoregolarsi in modo totalmente autonomo.
Lo spazio dove ci troveremo a vivere da qui a qualche anno, dunque, non sarà più solo “fisico” ma sarà anche in parte virtuale e digitale, e quindi necessitiamo di esperti che si occupino di questo ambito completamente nuovo dell’abitare umano.
Ma cosa c’è dietro il phygital? Per comprendere a fondo questo trend occorre considerare 4 concetti di cui sentiremo sempre più parlare.
Cose e oggetti iniziano ad acquisire una “vita digitale”. Le tapparelle si alzano da sole, la luce si accende senza che nessuno abbia premuto l’interruttore e il frigorifero fa la spesa comunicando direttamente con il supermercato di fiducia.
Ogni oggetto della nostra vita può essere collegato in rete con una connessione wireless offrendo informazioni in tempo reale e potendo essere controllato e comandato da remoto.
Essendo gli oggetti della nostra quotidianità connessi e sempre più smart, anch’essi diventano un mezzo di comunicazione attraverso cui veicolare informazioni e messaggi pubblicitari. Tutti gli oggetti diventano un mezzo attraverso il quale la comunicazione si diffonde, in quest’ottica i media aumentano e si diversificano, mutando il concetto stesso di canale di comunicazione.
È l’inizio della comunicazione nell’era dell’internet of everything.
In questo contesto Google è la prima Net of Human and Things mondiale. Grazie al suo servizio di geolocalizzazione e alle acquisizioni societarie (come quella di Revolv, società che si occupa di domotica) la società americana è quella che attualmente ha le migliori carte per diventare la prima rete mondiale che metterà in contatto oggetti e persone, ovunque essi siano.
Un esempio, ormai consolidato e diffuso, di Internet of (every)Things sono gli assistenti vocali Amazon Echo e Google Home. Sia Amazon che Google stanno puntando definitivamente sull’Internet delle cose.
Se l’antitrust non interverrà, attraverso questi devices entro pochi anni passeranno la maggior parte dei messaggi pubblicitari e della comunicazione mondiale.
“Qualunque cosa può essere un computer, fintanto che può essere adoperata per uno scopo dall’utente” afferma Mark Weiser, tecnologo di Xerox.
Dopo la diffusione dei PC desktop e dei laptop, nei quali era l’utente che si adattava al dispositivo, la più recente frontiera è rappresentata dai dispositivi portatili come gli smartphone e i tablet, sempre più “mini” che si adattano al loro utilizzatore. Dimensioni e portabilità rendono questi dispositivi adatti ad essere utilizzati in ogni momento delle nostre vite, in luoghi fissi o in mobilità.
Ora i nuovi dispositivi sono caratterizzati da microchip, sensori, trasmettitori e schermi OLED inseriti negli oggetti della vita di tutti i giorni: la tecnologia diventa “pervasiva”, si insinua ovunque e ci accompagna nelle nostre vite per facilitarle.
Le aziende più innovative sono da anni alla ricerca di nuovi modi per creare ubiquitous computing, ovvero sistemi e prodotti in cui l’elaborazione delle informazioni viene interamente integrata all’interno di oggetti e attività di tutti i giorni.
Google Glasses e iWatch sono tra i prodotti basati su questa nuova concezione di ‘oggetto connesso con altri oggetti o sistemi’.
Con queste innovazioni l’interazione uomo-macchina arriva ad un nuovo livello: l’uomo interagisce con i computer… indossandoli!
In questo modo abbiamo la possibilità, ad esempio, di tracciare i parametri vitali di una persona semplicemente facendole indossare una maglietta o un bracciale, con grandi benefici per la ricerca e per le persone affette da gravi patologie.
In questi anni stanno nascendo molte start-up che basano il loro business su queste tecnologie.
È un nuovo paradigma tecnologico, l’evoluzione del cloud computing, utile soprattutto per il mondo dell’Internet of Things.
Se oggi la ‘nuvola’ è l’ambiente più usato per gestire le applicazioni a distanza, la ‘nebbia’ offre il vantaggio di supportare meglio le nuove applicazioni informatiche nel nostro mondo connesso, come i veicoli a guida autonoma, i sistemi di monitoraggio remoto dei pazienti, i droni per le consegne a domicilio, l’illuminazione adattativa di strade e abitazioni.
Tutto ciò sfruttando un’infrastruttura di calcolo pervasiva che si compone di elaboratori ad hoc, router e dispositivi personali come gli smartphone.
Questo approccio permette di diminuire il consumo di banda negli ambienti IoT, sfruttando una struttura distribuita del tutto simile a quella utilizzata nelle comunicazioni Peer-to-Peer.
La nebbia può essere vista come una rete parallela a quella pubblica, che permette agli utenti (e ai loro dispositivi) di accedere a risorse e potenza di calcolo anche senza passare attraverso una connessione Internet.
Utilizzando la nostra tecnologia proprietaria di Customer Insight Data Intelligence abbiamo realizzato l’indagine 49 Future Trends, tracciando i macro-trend predittivi che stanno cambiando il tuo mercato e gli insights dei tuoi consumatori.
Con le nostre indagini di mercato puoi comprendere come coinvolgere ed attrarre maggiormente la tua audience. I nostri dati supportano nella definizione delle motivazioni sottostanti i processi decisionali e d’acquisto del tuo target, per utilizzare le leve comunicative più efficaci e rivolgere l’attenzione ai luoghi virtuali e fisici che realmente catalizzano gli acquisti dei tuoi prodotti.