Comprendere le differenze generazionali è utile per sviluppare strategie di talent acquisition e retention in grado di attrarre e coinvolgere i lavoratori di ogni età.
Per le Risorse Umane diventa sempre più complesso e costoso gestire 4 generazioni che lavorano contemporaneamente, spesso fianco a fianco, nella stessa azienda. Gli attuali tool di analytics non sono sufficienti a comprendere le complicate dinamiche relazionali che impattano su produttività e benessere in azienda.
Raccogliendo e analizzando dati come le informazioni socio-demografiche, i comportamenti, la dimestichezza tecnologica e altri fattori che influiscono sull’atteggiamento nei confronti del lavoro e dell’azienda, InTribe analizza il mondo del lavoro in modo continuativo, per aiutare le aziende a individuare best practice e prendere decisioni strategiche data-driven.
Le aziende sono ancora poco abituate ad analizzare gli insight dei lavoratori e questo le porta ad affidarsi alla prassi, invece di prendere le decisioni in ambito HR basandosi sui dati.
Ribaltare la visione ponendo le persone al centro, consente di avere una nuova prospettiva, più completa e strategica dei cluster di lavoratori.
Dalla generazione di appartenenza dipendono molti aspetti del nostro essere e del nostro agire.
I nati tra il 1995 e il 2010 sono circa il 15,7% degli italiani e vengono definiti i digital innates, perché non conoscono una vita senza tecnologia. Per la generazione Z, infatti, la tecnologia è un linguaggio innato e naturale sin dalla più tenera età, per questo sono difficili da ingaggiare e fidelizzare all’azienda.
La pandemia è il loro evento di rottura con il passato, che ha segnato la loro generazione minandone le certezze e dato una nuova dimensione all’esperienza lavorativa, anche grazie all'introduzione del lavoro ibrido. Trovano naturale, ancor più dei Millennials, lo svolgimento del lavoro e dei processi di selezione totalmente da remoto.
Utilizzando in modo persistente social network e strumenti digitali, con loro il candidate journey diventa complesso e articolato: subentrano aspetti che il mondo HR non è abituato a gestire direttamente.
Il cluster composto dalle persone nate tra il 1980 e il 1994 rappresenta circa il 16,8% della popolazione italiana. Hanno come evento di riferimento la crisi economica del 2008, che ha minato le loro certezze e dato vita ad una precarietà lavorativa che a volte dura per molti anni. Un momento di rottura con il passato che ha portato questa generazione, in ingresso nel mondo del lavoro, a rivedere le proprie priorità di vita: da "vivere per lavorare" a "lavorare per vivere".
I Millennials sono cresciuti insieme alla digitalizzazione e all’accelerazione tecnologica e il loro candidate journey è simile a quello della Generazione Z: prevede la ricerca attiva su LinkedIn, sui social network e in community tematiche online, prosegue con la ricerca di informazioni sull'azienda tramite social network e piattaforme ad hoc come Glassdoor, per finire con colloqui tramite video-call e in presenza, ma solo se necessario.
Questo cluster rappresenta circa il 23,2% della popolazione italiana ed è composto dagli individui nati tra il 1965 e il 1979.
Sono i primi Digital adopters, ovvero coloro che sono nati in un mondo analogico e hanno abbracciato sin dall’inizio la trasformazione tecnologica e digitale.
Sono i maggiori utilizzatori delle email e del computer, che usano per navigare in Internet e fruire giornalmente di contenuti online.
Il loro insight preponderante è la ricerca del work life balance. Sono autonomi, indipendenti e mediamente propensi all’innovazione, ma per loro lo svolgimento del lavoro e dei processi di selezione totalmente online non è ancora del tutto naturale. Percezione che è ancora più radicata nei Baby Boomers, i quali non apprezzano e non comprendono totalmente la gestione in full-remote del lavoro.
Per Gen X e Baby Boomers il Candidate Journey rimane piuttosto lineare e aderisce agli standard "classici": nel processo di ricerca di un nuovo lavoro compaiono ancora il network di conoscenze, le agenzie per il lavoro e i siti di annunci.
I nati fra il 1946 ed il 1964 rappresentano più del 24,3% della popolazione italiana.
Definiti immigrati digitali, sono nativi analogici ed sono stati costretti ad abituarsi alle nuove tecnologie in età adulta.
I Baby Boomer comunicano principalmente tramite telefono o di persona.
Per questo il loro candidate journey inizia tendenzialmente con una prima call telefonica, per proseguire poi con colloqui di persona. Come la Gen X, si informano sulle aziende facendo ricerche online e tramite il passaparola con conoscenti e peer.